giovedì 15 dicembre 2022

Immagin-azione


Racconti della soglia

AMICI


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“Prendila! Prendila!”
“No! Lasciala! Va! Va!”
Rametti di betulla con vele di foglie scendevano veloci sulla corrente trasparente , mentre ciottoli parevano nel riverbero del mezzogiorno anche le dita nude dei piedi.
Le vesti annodate sulle cosce s’afflosciavano pesanti d’acqua sulle gambe magre e lustre, incredibilmente bianche nella luce sfolgorante.
Le teste erano calde come pane appena sfornato sopra il fiume gelido e nel cielo di cobalto nessuna nuvola osava affacciarsi.
Erano soltanto due, ma il cicaleccio continuo delle voci riusciva a sovrastare il rombo dell’acqua che apriva nuovi cunicoli per il viaggio improvvisato tra frasche e sassi.
D’improvviso, quando il sole fu esattamente sopra le loro teste, zittirono di colpo.
Si guardarono intorno, stupiti.
Era lo stesso mondo, ma non era più lo stesso.
Le barchette continuavano a scivolare in giravolte giocose, mentre tra le fronde si sentivano i richiami degli uccelli al riparo nell’ombra.
I rami più alti degli alberi ondeggiavano leggermente nella calura e si intravedevano, tra l’erba alta e i terrapieni, i muri di massi grigi e i tetti rossi del paese poco distante.
Si fissarono, col fiato corto per la meraviglia, e quasi non si riconoscevano, se non per un brillìo negli occhi che li faceva da sempre complici e amici.
Si sedettero allora sulla riva, per tutto il tempo che restava fino al tramonto; poi si presero per mano, infilarono le scarpe e, davanti alle case, si salutarono con un abbraccio e un bacio.
“Arrivederci!”
“Arrivederci!”

Non si incontrarono più, o almeno così sembrava.

 



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