Pensieri
L’immaginazione
L’immaginazione, abbiamo detto, è una potenza originaria dell’essere umano, comune a tutti gli individui della nostra specie, in qualunque luogo si trovino. Nessuno finora è stato in grado di scoprire come l’immaginazione inizi a formarsi; possiamo solo dire che essa è interna, svolge cioè un’attività che non necessariamente viene percepita al di fuori del corpo in cui prende forma ed ha bisogno di mostrarsi affinché si possa prendere atto del suo comune esistere.
Essa si mostra attraverso i suoi prodotti: parole, dipinti, musiche, manufatti, costruzioni e quant’altro chi è fuori di me può constatare coi suoi sensi.
Quindi l’immaginazione mi permette di dire alcune cose fondamentali: vi è un io interno, che percepisco io soltanto; questo io si esteriorizza attraverso le produzioni della mia immaginazione, che quindi definiscono un esterno. Questo esterno è abitato da altri io, che prendono atto della mia presenza, e io della loro, attraverso le produzioni dell’immaginazione.
Immaginiamo (sic!) che io esista, con tutto il mio corpo organico, sensi compresi, ma che, per uno strano scherzo degli dei, io cresca dal mio inizio alla mia fine chiuso in un bozzolo che man mano si dilata al mio crescere e mi fornisce il nutrimento necessario a questo. L’unica percezione, interna a me, che posso avere è soltanto quella di esistere, una percezione di pura esistenza.
Naturalmente è una fantasia, perché già nel grembo materno nessuno di noi vive un isolamento così totale: il concepimento è già relazione e così la gestazione, finché con la nascita quel piccolo io percipiente, che abitava soltanto un “dentro”, viene messo in contatto con un “fuori” e inizia una serie di relazioni con le quali elaborerà il suo interno e il suo esterno.
Nel caso fantasioso che abbiamo ipotizzato, c’era immaginazione in atto? L’immaginazione è legata al corpo o è una funzione che può esistere indipendentemente da esso? È sufficiente che un corpo esista perché ci sia anche immaginazione? Che cosa fa sì che ci sia immaginazione? E, domanda cruciale, che cos’è l’immaginazione?
Questioni tipo: c’era prima l’uovo o la gallina? Nessuno ha mai saputo rispondere, ma in molti ci hanno provato, con ampie discussioni, fin dai tempi antichi.
Se volete saperne di più vi rimando ai lavori pubblicati da Massimo Ferraris, sempre molto esaustivi ed interessanti.
Ora, siccome non vi è una risposta univoca, possiamo sbizzarrirci anche noi coi nostri pensieri: il consenso che si coagulerà intorno a un pensiero piuttosto che a un altro ci dirà se siamo andati vicini ad una verità o meno.
Siamo partiti da un dato di fatto: l’immaginazione esiste ed è una potenza che tutti gli esseri umani utilizzano, una capacità primordiale che mi permette di conoscere il fatto che esisto, che ho un io interno, che vi è un esterno di cui anche io faccio parte.
Usiamo interno ed esterno, che sono connotazioni spaziali, perché siamo ormai abituati ad un immaginario geometrico, che utilizza nella descrizione dimensioni situate e localizzate, ma non è detto che sia l’unico possibile ed il più esaustivo.
Ciò che sono può essere espresso anche attraverso un immaginario matematico, oppure chimico o biologico, tutti egualmente validi e giustificati: ognuno di questi immaginari mi aiuta a comprendermi in modo più ampio e crea una rete di relazioni conoscitive.
L’immaginazione è allora capacità conoscitiva originaria, che mi fornisce delle conoscenze, dei saperi, che posso poi organizzare in una sterminata possibilità di relazioni: l’immaginario è l’articolazione di immagini, più o meno organizzate e strutturate, che l’immaginazione produce. L’immaginazione non è quindi qualcosa di statico, sempre uguale a sé stessa, ma un dinamismo continuamente in atto che conosce e produce, assimila e crea.
Ma come conosce e produce, l’immaginazione?
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